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ARTE

Pinacoteca Alfano


 

PINACOTECA ANDREA ALFANO

Mostra permanente del grande pittore di Castrovillari


Le opere del grande maestro Andrea Alfano (Castrovillari 1879 - Roma 1967) sono ospitate nella Pinacoteca Comunale, a Lui dedicata, presso il Protoconvento Francescano di Castrovillari.

Il chiostro del Protoconvento "San Francesco d'Assisi"

la Pinacoteca Alfano

 

 

Per conoscere l’arte di Alfano è importante avere un approccio diretto con le opere, le quali, nella riproduzione fotografica, non rendono fedelmente la qualità coloristica.

 

Un sussidio importante, direi basilare, che agevola la chiave di lettura, soprattutto della seconda maniera alfaniana, ci viene dal libro di poesie “Sillaba eterna” che Alfano pubblica nel 1963. L’intrinseco rapporto poesia-pittura rispecchia  la  storia della sua vita coerentemente vissuta nelle scelte e nelle rinunzie. Alfano, volendo essere sé stesso,un autodidatta, libero di scegliersi i maestri a lui più congeniali, rifiuta la scuola che considera “baraccone di non-arte”,  e si astiene dal partecipare alle varie correnti artistiche a lui coeve.

Alfano trae ispirazione dai Maestri del passato Michelangelo, Rembrandt, Zuloaga, Anglada. Del primo apprezza la forza morale tradotta in vigorosità plastica, degli altri i contrasti chiaroscurali che elabora secondo personali canoni. In effetti, lo stile di Alfano, anche se nella prima produzione artistica echeggia la tradizione realistica ottocentesca, è del tutto originale.

 

 

Autoritratto con tavolozza di Andrea Alfano (olio su tela cm 81 x 61)

 

 

Infatti egli  non propende verso la trascrizione diretta della realtà come il suo collega napoletano Antonio Mancini, ma  da essa coglie lo spunto per dare poi un’interpretazione dei soggetti in chiave psicologica. Per conseguenza la sua pittura non è mai fotografica, né plateale, di stampo “neobarocco”, come potrebbe sembrare ad alcuni critici.

 

Da un’attenta osservazione delle opere si nota,  specialmente nei ritratti, il fondo buio, illuminato come da fiamma, che risponde  all’esigenza  psicologica di mettere a nudo l’interiorità dei personaggi, il cui sguardo vivo e penetrante ha il potere di comunicare  stati d’animo conflittuali. Anche il linguaggio tecnico è in funzione espressiva: la pennellata o il disegno, sommariamente impiegati allo stato di abbozzo, traducono l’immediatezza della sensazione e, nello stesso tempo, puntano alla caratterizzazione dei volti.

   

“Dipingere ed interpretare una testa e una mano  è tutto, il resto è zero”, afferma Alfano.  Nella testa ha sede l’intelligenza, nella mano la forza creativa, nello sguardo si rispecchia l’animo. I ritratti di Alfano vanno osservati da lontano. Essi hanno il potere di relazionarsi con l’altro da sé ,di comunicare differenti condizioni esistenziali che rendono partecipe l’osservatore.

 

 

 

l fornaciaro olio su tela 97 x 80 (1920-21)

 

 

Il Paranoico (1898) ha un’espressione tesa, lo sguardo obliquamente fisso verso qualcosa che ossessiona la sua mente e che Alfano fa sprigionare dalla pulsazione delle tempie, attraverso le venature ingrossate, e vedere nello zigzagare di lineette bianche attorno al volto: proiezione della turbe del soggetto.

 

Il non–finito caratterizza già Il Cinico, 1898 (donazione Luigi Grisolia), ritratto che s’affaccia dal fondo d’ombra con fronte spaziosa ed occhi impassibili: il suo sguardo gelido mette i brividi.

 

L’esperienza di vita rende consapevole lo sguardo del Sapiente, 1904 (donazione Luigi Grisolia), proteso a scrutare l’altra dimensione. Enigmatico ed avvincente lo sguardo dell’Autoritratto con tavolozza del 1918: l’opera  si affranca dallo schema classico  per rispondere ad esigenze di indagine del tutto psicologica. Alfano era solito autoritrarsi; come il grande Rembrandt, egli era attratto dall’analisi introspettiva, forse per meglio conoscere sé stesso e chiarificare l’inconscio razionalmente, per poi darne una trascrizione visiva. La variazione umorale  trapela proprio attraverso lo specchio dello sguardo.

 

 

Il cinico - olio su cartone - anni 1893/'98

 

Allucinante sofferenza, che deforma e trasfigura  i tratti fisionomici, si coglie  ne L’Autoritratto  spiritico ( Coll. Privata) Ansia ed inquietudine  emana l’immagine emaciata dell’Autoritratto del 1950 (Coll. Fernanda Di Vietri ), con chioma bianca ed occhiali cerchiati di rosso, attraverso i quali  trapelano gli occhi, cancellati da un colpo di spatola, quasi a voler comunicare la stanchezza nello sforzo visivo. Essenziali gli elementi descrittivi della composizione pittorica, a macchia, che fa sprofondare la figura nell’ombra. 

 

Ne L’Autoritratto di Alfano malato 1951, (Coll. F. Di Vietri) gli occhi  spalancati e fissi del pittore, puntati dolorosamente sull’osservatore, quasi a volerlo rendere partecipe della sua crisi spirituale, violentano il buio, evocano i “fantasmi della mente”. 

 

Mesto e rassegnato, lo sguardo di La madre del caduto,1920 si perde nel vuoto del grembo, comunica un’accettazione religiosa del dolore: immagine di una pietà laica che evoca quella religiosa di Michelangelo, visualizzata da Alfano , in alto della tela, a sinistra.

 

Interessanti i ritratti che Alfano esegue ispirandosi a  persone umili di Castrovillari. Risultano esemplari il: Bevitore ridente con cannata (Coll.Raffaella Di Vietri), dallo sguardo brillo e bocca aperta al sorriso: l’uomo esce dalla sua cantina con la cannata, ripresa in un trompe-l’oeil magistrale: un invito a bere che è anche un invito a godere la vita.

 

 

 

La madre del caduto (olio su tela cm 100 x 173) anno 1922

 

Un capolavoro di verismo sociale che affranca Alfano dal populismo manciniano è da ritenersi il Pittazzàro, 1940 (Coll. Francesco Cappelli, Napoli).

pitt'azzàro (olio su tela cm 43 x 55 - 1940) coll. privata NA

 

Il facchino castrovillarese, semicieco, con un occhio nascosto dal berretto e l’altro, lucido ed impietoso, sembra che voglia comprendere la ragione del suo essere al mondo. Lo sguardo pungente si accompagna alla bocca sdentata, aperta in un sospiro di dolore, dolore che Alfano ferma in una spazialità atemporale, dolore che si protrae nell’uomo fino alla morte, essendo essenza della vita terrena.

 

 Nei ritratti femminili, Alfano sa trovare la grazia di uno sguardo di luce. È paradigmatico il dipinto: Bambina con riccioli, anni ’40 (Coll.Fernanda Di Vietri) il cui sguardo incantato cattura a prima vista, come anche avvince la freschezza coloristica.

 

Civettuolo ed ammiccante lo sguardo della leggiadra Fanciulla sorridente, anni 40 (Coll.privata, Castrovillari), la quale emerge dalla zona d’ombra. Efficace la pennellata fluida che rende rarefatti i colori.

 Ma Alfano non è tutto qui. Molti altri suoi ritratti svelano il rovello interiore, l’accesa spiritualità che il poeta travasa nella pittura”medianica” del secondo periodo artistico.

Per non incorrere in forzature metodologiche o in comparazioni stilistiche azzardate, basterebbe conoscere gli scritti autobiografici, le riflessioni che portano alla definizione della  poetica di Alfano e della sua arte “sintetica e dinamica”. Tutte queste notizie sono riportate nel testo del giornalista Giuseppe Selvaggi e della prof.ssa  Isabella Laudadio: “Pittura e Ventura di Andrea Alfano” e nella puntuale documentazione del giornalista Luigi Grisolia: “Andrea Alfano: Il pittore dell’essenza”.


Cenni biografici su Andrea Alfano

 6 Aprile 1879 - Andrea Alfano nasce a Castrovillari, la domenica delle Palme, da Giovanni, sarto, e da Rosa Bellizzi, di origine albanese.

 1902 - La Provincia di Cosenza gli assegna il “Legato Pezzulli” per poter proseguire gli studi e frequentare l’Accademia di Belle Arti.Così egli giunge a Roma nel novembre dello stesso anno.

 1903 - Alfano abbandona l’Accademia di Belle Arti perchè insofferente dei tradizionali metodi d’insegnamento.

 1906 - Allestisce a Roma una personale:successo di pubblico e di critica.

 1911 - Alfano prende parte  attiva alle polemiche sugli indirizzi dell’Arte moderna. Ė

presente  alla Mostra Internazionale del cinquantennio dell’Unità italiana, con lo pseudonimo di Albert Isvoski.

 1922 - Alfano rifiuta di partecipare a mostre organizzate da sindacati fascisti, come pure di fare il ritratto a Mussolini.

 1933 - La regina Elena di Savoia posa per lui al Quirinale.

 1936 - Pubblica il primo di poesia “pars Parva”.

 1940 - L’entrata in guerra dell’Italia trova Alfano a Castrovillari. Ė un periodo felice della sua pittura:dipinge ritratti e paesaggi (L’uomo con la cannata, Petto d’acciaio,Vecchio col bastone, Dolcedorme , ecc.)

 1944 - Dopo lo sbarco alleato in Calabria,Alfano rientra a Roma a piedi e con mezzi di fortuna.

 1946 - Vedono la luce due raccolte di poesie: “Solitudini” e “Sillaba Eterna”.

 1949 - Con l’adesione e il patrocinio dello Stato e del Governo,vengono organizzate manifestazioni per l’anniversario del suo settantesimo compleanno.

 1964 – Ė l’ultima fase dell’attività pittorica di Alfano. L’artista cerca soluzioni di sintesi più dinamiche nella pittura.Esegue tra l’atro un ritratto del Presidente della Repubblica,Antonio Segni, in bianco e nero.

 1967 - 9 settembre - Si spegne all’età di ottantotto anni,nella sua abitazione romana, in Via Eurialo, 9. Due mesi dopo la salma è traslata dal Verano a Castrovillari, dove riceve eccezionali onoranze.

Alla città di Castrovillari Alfano ha lasciato con atto testamentario i quadri gelosamente custoditi nel suo studio, attualmente esposti nella pinacoteca, a lui dedicata, al Protoconvento Francescano.

 

Autore testo: Adriana De Gaudio, Critico d'Arte

Foto archivio: A. De Gaudio


 

   

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