Saverio Strati, scrittore calabrese

 

pubblicato il  12 Aprile 2014  -   Letteratura

E' morto lo scrittore calabrese Saverio Strati, premio Campiello 1977.
La morte è avvenuta mercoledì 9 aprile a Firenze, nella terra in cui da anni aveva stabilito la sua residenza

"E' scomparso un grande scrittore italiano nato in Calabria". Con queste parole l'assessore regionale alla Cultura Mario Caligiuri comunica la morte dello scrittore Saverio Strati, avvenuta a Firenze lo scorso 9 aprile. Strati avrebbe compiuto 90 anni il prossimo 16 agosto. La Regione Calabria aveva avviato, d'intesa con il Comune di Sant'Agata del Bianco (dove Strati è nato), una serie di iniziative per il 2014. Lo scorso 8 marzo, infatti, nel comune natale è stata inaugurata la casa museo dedicata allo scrittore, con un'iniziativa che ha avuto il riconoscimento del Presidente della Repubblica Giorgio Napolitano per l'alto valore culturale.

 Il sindaco di Sant'Agata del Bianco, Giuseppe Strangio, sta facendo anche distribuire i libri dello scrittore a tutte le famiglie della comunità, così come l'assessorato regionale alla Cultura ha indetto un concorso per le scuole superiori allo scopo di far conoscere l'opera e il pensiero di Strati, vincitore del Premio Campiello del 1977 con il romanzo "Il selvaggio di Santa Venere".

Infine la Giunta Regionale ha deliberato la costituzione di un comitato scientifico per le celebrazioni che adesso, vista la scomparsa dello scrittore, avrà una responsabilità ancora maggiore.

E nelle prossima settimane, a Sant'Agata del Bianco, verrà quindi insediato il Comitato con un'apposita cerimonia organizzata dalla Regione Calabria e dal Comune.

"Interpretando la volontà di tutti i calabresi - ha detto Caligiuri - nell'arco del 2014 porteremo a compimento le iniziative avviate e le amplieremo, a cominciare da una manifestazione durante il Salone del Libro di Torino".

Catanzaro, 11 apr. - (Adnkronos) -

 

BIOGRAFIA DELLO SCRITTTORE

Strati, Saverio. - Scrittore (Sant'Agata del Bianco 1924 - Firenze 2014). Di famiglia contadina, autodidatta, iscrittosi alla facoltà di lettere di Messina, vi conobbe G. Debenedetti, che l'incoraggiò a scrivere; trasferitosi a Firenze (1953), dopo un soggiorno in Svizzera (1958-64), si è stabilito a Scandicci.

Esordì col volume di racconti La marchesina (1956), cui seguirono i romanzi La Teda (1957), Tibi e Tàscia (1959) e Mani vuote (1960), tutti centrati sulle tematiche meridionaliste, cui Strati si è mantenuto sostanzialmente fedele, progressivamente emancipandosi dal filone neorealista dell'immediato dopoguerra.

Tra i successivi romanzi: Il codardo (1970); Noi lazzaroni (1972); Il selvaggio di Santa Venere (1977); L'uomo in fondo al pozzo (1989); tra i racconti: Gente in viaggio (1966); È il nostro turno (1975); I cari parenti (1982); La conca degli aranci (1986); Melina (1995); La figlia del mago della pietra bianca (2000).

http://www.treccani.it/enciclopedia/saverio-strati/

 

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