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| Le opere del pittore Curcio per il Cinquecentenario di San Francesco di Paola | |
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pubblicato l'11 marzo 2009 - Editoriale Arte
L’ANIMA PITTORICA DI MATTEO CURCIO
Matteo Curcio, giovane catanzarese, privo di diplomi di Accademie e di Istituti o Licei d'Arte,
munito della sola Licenza di Scuola Media Statale,
con una breve esperienza presso l'Istituto
Alberghiero di Soverato e, ancor di più, con una
notevole "concimazione di vita" acquisita nei due
anni in cui ha vestito il Saio di Postulante presso
il Convento di San Francesco in Paola, possiede il
meraviglioso dono, concessogli da Madre Natura con
la benedizione di Nostro Signore, di saper dipingere
in maniera veramente eccellente al punto da poter
essere annoverato negli appositi elenchi dei
"Guinness", visto che le sue mani, i suoi occhi, la
sua mente e soprattutto la sua ANIMA, fanno
"roteare" pennelli e colori partorendo opere d'arte
pregevoli, preziose, inestimabili e che mandano
letteralmente in tilt chi si sofferma ad ammirarle,
rimirarle, soppesarle sotto tutti gli aspetti
possibili, da ogni angolazione ammissibile. Dipinge
tutto, di tutto e di più ed ogni suo capolavoro ti
parla, ti descrive minuziosamente come è...venuto
fuori....ti dice che quei "titoloni" accademici che
altri artisti posseggono e ne fanno gran sfoggio,
sono soltanto "pezzi di carta" di fronte ad un
pittore di tale portata naturale, ad un giovane
che...non lo ho domandato nè a lui nè ai suoi cari
genitori...forse dipingeva con un ditino nel mentre
era accoccolato nel grembo materno.
Al di là delle tante Mostre cui ha partecipato e dei mille e mille paramenti sacri realizzati per gli Altari del Santuario di Paola, le 12 TELE rappresentanti gli ultimi momenti della Vita di San Francesco di Paola, destinate, poi, ad "incorniciare" il famoso CALENDARIO PER IL QUINTO CENTENARIO DELLA MORTE DEL GRANDE TAUMATURGO CALABRESE, sono un autentico, solenne, estasiante incanto e gli occhi di San Francesco ne sono fieri, il Suo Sacro Bastone sembra lo scettro più prezioso del mondo, il Suo Saio su cui attraversò lo Stretto di Messina appare come un approdo di pace e serenità, quella Barba bianca ed incolta che discende dalle rughe della saggezza e santità è come uno sprazzo di neve che parla d'amore umano, bontà e benevolenza ed accende pensieri di fratellanza allontanando odio, invidie, gelosie, pene e sofferenze, circondandoti in una immensità di calore. Al caro Matteo gli auguri più sinceri per il raggiungimento di vertici altissimi, per il posizionamento superbo sui giusti Altari della Vita, per la urgente conquista di mete ambìte, meritate, e degne di poter ospitare il suo sorriso, il suo ingegno, le sue mani che sprizzano colori e natura da ogni pur misero poro!!! N.B: Matteo ha dipinto il Calendario sul Cinquecentenario di San Francesco di Paola, in assoluto stato di semicecità in quanto in quel periodo venne colpito da una preoccupante "ulcera settica corneale".
dott. Vito Curcio
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